Nel 1717 i Piobesini fecero erigere una cappella barocca, di ottima fattura e decorata con affreschi e da un bell’altare in stucco. La cappella fu eretta sfondando parte della muratura romanica della pieve del IX secolo. Come pala d’altare posero un intero Pilone votivo, fissandolo nella muratura, tanto pesante che creò problemi di stabilità per la cappella. Addirittura, i legni utilizzati per tirare su il Pilone restarono incastrati e sono ancora visibili all’esterno.
L’affresco del Pilone, abbastanza ridipinto, raffigura una Vergine in trono col Divino Infante. La pittura, attribuibile a un pittore di passaggio forse di area lombarda, risale al tardo Quattrocento ed è ancora una fase di passaggio tra il tardo gotico e il rinascimento (bello il brano collinare con leggiadri alberelli). L’affresco è pieno di scritte antiche: date, tra cui un “1509” o “1515”, nomi (forse pellegrini), graffiti. Resta da capire da dove provenga il Pilone. Forse da una delle antiche strade che portavano a Caburrum ( Cavour), sede di importante abbazia, oppure a Castagnole, i cui nuovi feudatari, i Piossasco, estendevano la loro giurisdizione anche su Piobes.
L’affresco è da sempre denominato “Madonna di San Giovanni” o popolarmente “Madonna dei Massari”, perchè pare fossero i massari di Piobesi a volere la cappella. L’uso, da parte di pellegrini, di incidere il proprio nome sui dipinti murari antichi è frequente in varie aree geografiche. Per fare un esempio a noi vicino, alcuni pellegrini provenienti da Poirino (Podium Varini) incisero la loro attestazione sull’affresco attribuito a Jacobino Longo nella vecchia cappella Madonna della Neve a Carignano, oggi nella sacrestia della cappella della Visitazione in località Valinotto.